venerdì 2 novembre 2012

Gli Acquedotti sono avvelenati? pare proprio di si!


Questo è un articolo pubblicato tempo fa su un giornalino locale, niente di che, ma la cosa strana è che manco il tempo di pubblicarlo che la pagina sul web dove ho attinto l'informazione è scomparsa, non so che pensare, comunque per ogni evenienza la pagina lo salvata, a voi il giudizio.

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È l'acqua delle sorgenti di S. Clemente dell'acquedotto regionale a dare l'acqua a Casalnuovo. A verificarne la qualità è deputata con periodici prelievi l'Azienda Sanitaria Locale Napoli 2 Nord. Questo è quanto comunica sul suo sito la G.o.r.i. (Gestione Ottimale delle Riserve Idriche) la società che ha preso in gestione il nostro servizio idrico. 

Sull'ottimale ci sarebbe tanto da dire: mai, infatti, ci saremmo aspettati che si potesse fare peggio del servizio pubblico. Vero è che la società G.o.r.i. “eredita” un rete idrica “pezzottata” che porta i segni evidenti di un sottodimensionamento strutturale causa lo sviluppo edilizio spropositato che, accompagnato da un naturale invecchiamento, porta ad inevitabili rotture, provocando disagi, sia al traffico e “pare” anche alle abitazioni (la cronaca recente, parla di buchi e danni architettonici n.d.r.). L'acqua in più di un palazzo storico ha eroso le fondamenta provocando non pochi disagi agli abitanti. 
Altra nota dolente, è il controllo delle acque, già perché anche qui abbiamo più di una perplessità, sempre sul sito della G.o.r.i. troviamo questa dicitura:

“Negli anni settanta, per far fronte alle saltuarie carenze idriche degli acquedotti principali, fu realizzato, a cura dell’Acquedotto Vesuviano S.p.A., un acquedotto di riserva costituito da pozzi ubicati nei Comuni vesuviani, che divenne nel tempo, per l'effetto congiunto della siccità e dell'incremento demografico dell'area, la fonte principale di approvvigionamento (in alcuni periodi il 45% dell’approvvigionamento totale). Tali pozzi, però, presentano un elevato contenuto di fluoruri strettamente legato alla natura vulcanica dei terreni in cui risiedono le falde, i cui valori sono compresi tra i 2 e i 4 mg/l per i fluoruri e i 40 e i 90 mg/l per i nitrati.”

Tradotto significa che per sopperire alle carenze idriche si è pensato di prelevare da pozzi, in zone dove esiste il divieto di irrigazione, e la cosa che più spaventa è che esistono, in quelle zone, anche discariche abusive e non, di rifiuti di ogni genere. Sui danni che possa provocare il fluoro esiste un ampia letteratura e per approfondire l'argomento si può consultare il sito www.disinformazione.it/fluoro.htm, ma in breve il fluoro può essere carcinogeno oltre a dare vari problemi come la riduzione della fertilità oltre ad effetti negativi sul sistema nervoso. Il nitrato, poi, di per sé è innocuo, ma, in determinate circostanze (lunghi tempi di conservazione, calore, pH acido) può trasformarsi in nitrito, dagli effetti tossici. L'assunzione di nitrati andrebbe perciò limitata il più possibile. Poco, però, c'entra il vulcano con tali sostanze, ma, piuttosto la concimazione sistematica e intensiva dei suoli coltivati causa ed i residui di numerosi processi industriali. 

Concludendo, in tempi di magra come questi, la G.o.r.i. difficilmente possa mettere in cantiere degli investimenti, che dovrebbero portare ad un netto miglioramento dei servizi: sia ad un rinnovo delle tubazione “storiche”, che ad una “qualità migliore” dell'acqua. Non si può credere che una società privata, subentrata ad una a gestione pubblica, possa mettere i profitti in secondo piano per meglio servire un servizio pubblico, sarebbe la prima volta che ciò accade.
 Così come alla politica locale, presa da altro tipo d'ambientalismo e dal dover sistemare amici e parenti, poco, pare, interessare l'esponenziale crescita di patologie più o meno gravi.

Bartolomeo Pepe

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